“Veritatem dies aperit” (Seneca, De Ira) Foto HOME2

Sono un ricercatore universitario e tale desidero restare sine die. Considerando l’etimo della parola ciò mi onora profondamente, avendo da quattro anni rinunciato definitivamente alla ‘ordinaria’ carriera di professore ‘ordinario’ (sempre secondo l’etimo della parola). Ho sempre testardamente inseguito e coltivato le mie passioni, con impegno e dedizione, anche dovendo intraprendere nuovi percorsi e sfide. Con idealismo di stampo paterno, ho da sempre creduto nella Università Italiana, prima come studente e poi come ricercatore-docente. Sognavo un’accademia degna della capacità e volontà di tanti studiosi traditi. Non ho più di questi sogni. Ben oltre la metà del mio cammino accademico, defraudata del progetto di una vita e piegata dal dolore per la perdita di mio padre (che in quel progetto tanto aveva creduto), ho lasciato la strada tracciata nella università italiana, ormai alla deriva, per navigare verso un nuovo orizzonte.
Sono trascorsi quattro anni e la ricerca sull’altra sponda ha dato i suoi frutti. Sono stati anni amari di totale disillusione in cui ho tuttavia ricevuto segni di autentica lealtà da colleghi e da preziose persone care: desidero dire grazie a tutti coloro che hanno sempre creduto in me e mi hanno sostenuta con parole di affetto e stima sincera. Grazie anche a coloro che nel luglio 2010 hanno deciso (con modalità miserevoli) di stroncare il mio futuro accademico poiché, loro malgrado, con quel ‘nobile esempio’, mi hanno offerto la opportunità di cambiare rotta e prendere coscienza sia del prezzo morale di quella ‘ordinaria carriera’ sia di ciò che mai sarei voluta diventare.

Laura Alcini, ricercatore nella Università per Stranieri di Perugia, ha dedicato i suoi studi alla Teoria della Traduzione Letteraria e alla Filologia del testo tradotto. La sua attività di ricerca, di tipo interdisciplinare, si incentra sui Translation Studies e sulla analisi testuale in chiave comparatistica di testi classici inglesi tradotti da autori italiani. Ha prodotto la prima edizione critica della prima traduzione italiana, settecentesca, del Paradise Lost di John Milton. Di recente la traduzione ed edizione del Carteggio tra Poggioli e Stevens,inedito in Italia.

 


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